CSRD e VALIDAZIONE
E le competenze specialistiche ESG?
Ancora non ci siamo: in consultazione il decreto di recepimento della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)
Dando un primo sguardo allo Schema del decreto che recepisce in Italia la CSRD, ci sentiamo di scomodare nientepopodimeno che il grande William Shakespeare e la sua commedia teatrale Molto rumore per nulla.
A chi, infatti, non è mai capitato di preoccuparsi in modo eccessivo per questioni che si sono rivelate successivamente di poca importanza? Bene, tutti i professionisti che negli ultimi anni hanno intensamente lavorato per comprendere le logiche per la Sostenibilità si sentono proprio così, soprattutto visto l’impegno profuso per la loro formazione per poter implementare, verificare e validare una Rendicontazione Societaria di Sostenibilità (RSS). Invece, sembra che, a differenza del legislatore europeo, il governo italiano non tenga conto delle competenze sviluppate in ambito Sostenibilità dai vari attori che ogni giorno vivono e affrontano sul campo le tematiche ESG.
Vogliamo, a riguardo, aprire con voi una riflessione proprio in merito all’operato del legislatore per comprendere al meglio il nostro ragionamento e fare chiarezza su quanto sta accadendo in questi ultimi concitati giorni.
Lo scorso 16 febbraio 2024 il Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha reso disponibile per la consultazione pubblica, fino al 18 marzo 2024, lo Schema del decreto che recepisce in Italia la CSRD. La CSRD, come sapranno bene i nostri lettori, è entrata in vigore il 5 gennaio 2023 e ai sensi dell’art. 5 (recepimento), dovrà essere ratificata da parte degli Stati Membri entro il 6 luglio 2024, dunque non resta molto tempo ai legislatori interni per recepire, nella maniera più opportuna, le indicazioni provenienti dalla Commissione Europea.
A differenza del Regolamento, che è un atto giuridico vincolante per tutti gli Stati Membri e che, quindi, deve essere applicato in tutti i suoi elementi nell’intera Unione europea, l’iter di recepimento di una Direttiva, qual è la CSRD, avviene in modo diverso. Una Direttiva è un atto giuridico che stabilisce un obiettivo che i paesi dell’UE devono conseguire. Tuttavia, spetta ai singoli paesi definire attraverso disposizioni nazionali come agire.
L’obiettivo della direttiva CSRD è quello di favorire la trasparenza e la divulgazione di informazioni da parte delle Organizzazioni riguardo agli impatti ambientali, sociali ed economici (ESG) delle loro attività, attraverso un rafforzamento degli obblighi di reporting da parte delle stesse.
Eppure, il legislatore interno, da una prima lettura della consultazione pubblica, pare considerare il Bilancio di Sostenibilità alla stessa stregua di un Bilancio d’esercizio, specie per quanto concerne i soggetti incaricati di revisionare e validare il report stesso. A differenza di quanto stabilito a livello europeo, il nostro legislatore riduce la necessità di sviluppo delle competenze e relega il compito di valutazione, verifica e validazione di una RSS a mero esercizio finanziario.
Noi siamo da sempre convinti (lo abbiamo ribadito in ogni occasione), che i Dottori Commercialisti e i Revisori Legali fossero soggetti fondamentali per la “virata” delle aziende verso la Sostenibilità, ma considerando la complessità della materia ESG, non sarebbe logico coinvolgere professionisti con specifiche competenze?
Non sarebbe logico utilizzare gli OdC accreditati da Accredia (partecipata da tutti i Ministeri), che in materia di valutazione ESG hanno una lunga storia?
Non sarebbe corretto formare gruppi di audit con tutte le competenze necessarie (Revisore, Dottore commercialista, Sistemista, Specialist Ambiente, Specialist Sociale e Specialist Governance)?
La cosa ci appare alquanto strana, specie nella nostra epoca dove tutto il mondo svolge formazione sulla Sostenibilità col fine di sviluppare una vera e propria “cultura” della stessa, fondata sull’ambiente, sulle politiche sociali e su una governance d’impresa lungimirante in grado di assicurare la continuità operativa. Il paradosso tutto italiano risiede nel fatto che, oggi, un Manager per la Sostenibilità o un Auditor certificato ESG (che ha ottenuto molteplici certificazioni nel campo della Sostenibilità ESG), non potrà prendere parte al processo di validazione della RSS, pur avendo sicuramente sviluppato competenze e conoscenze specifiche in materia.
Forse il legislatore non è ben conscio che le tematiche da tenere in considerazione sono già varie e complesse nella fase di stesura di una RSS e ancor più nella Revisione se non ben supportate da specifiche competenze.
Questa situazione si protrarrà almeno fino al 31/12/2026 (bozza decreto), data che sancirà, per ora, la fine del periodo “transitorio” e dopo la quale i requisiti per auditare e validare i Report di Sostenibilità cambieranno.
Ora, cari lettori, secondo voi tutto questo è, concedeteci il gioco di parole, Sostenibile?
Noi riteniamo che per acquisire la giusta formazione in ambito ESG un programma composto da poche ore non sia sufficiente, soprattutto per immagazzinare quelle hard skills nel campo della validazione di una Rendicontazione di Sostenibilità, la quale rappresenta una delle più importanti asserzioni etiche delle Organizzazioni. Anzi, pensiamo che questa situazione non giovi né alle aziende, né tantomeno ai Professionisti che si scontreranno con tematiche ambientali e sociali da analizzare con visione prospettica e innovativa.
Attendiamo comunque fiduciosi i risvolti legislativi e sottolineiamo con ancora più forza la nostra mission: quella di offrire una formazione concreta e finalizzata a formare e strutturare una Cultura per la Sostenibilità, con l’intento di contribuire allo sviluppo professionale delle persone stimolandone la crescita culturale.
La nostra Scuola già da diverso tempo è dedita alla diffusione della cultura per la Sostenibilità ESG organizzando percorsi formativi mirati, qualificati e accreditati. Ma soprattutto abbiamo portato avanti con successo la stesura dello standard internazionale SRG 88088:20 (Sustainability, Responsibility and Governance) che rappresenta il fondamento dello schema di certificazione accreditato da Accredia.
Riteniamo, a riguardo, che la Certificazione del Sistema di gestione per la Sostenibilità sia certamente una scelta consapevole e rappresenti la più grande opportunità per dimostrare, con valutazione di terza parte indipendente, il proprio stato di avanzamento nel percorso di Sostenibilità.
Diversi sforzi sono stati profusi anche per garantire la giusta formazione sui risvolti apportati dalla CSRD. Alla luce di ciò, già da due anni ormai, organizziamo il Master Auditor per Revisione-Validazione della Rendicontazione Societaria di Sostenibilità CSRD, che si compone in 80 ore d’aula in Diretta Online, 50 ore esperienziali in Team presso un’azienda e il tutoraggio continuo garantito per tutta la durata del Master.
Un percorso diverso e certamente in grado di offrire più conoscenze ai futuri revisori e validatori della RSS, non vi pare? Gradita una riflessione.