CSDDD:
La montagna che partorisce il topolino?
La montagna che partorisce il topolino?
Quella del Compromesso è una pratica da sempre presente in politica e lo è anche a livello europeo.
Uno dei tanti esempi a riguardo si è verificato lo scorso 15 marzo dove, anche in maniera per certi versi inaspettata, grazie al voto favorevole dei membri dei governi nazionali in seno all’UE l’iter legislativo che riguarda la Proposta della Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) è arrivato a compimento con l’approvazione del Consiglio dell’UE.
Fra le diversità di vedute (specie dei rappresentanti di Italia, Germania e Francia), le numerose critiche mosse alla Direttiva e gli immancabili rinvii, è venuta fuori una legge meno rigorosa rispetto al disegno originale: l’applicazione della normativa riguarderà un numero di aziende inferiore rispetto al perimetro più vasto di Organizzazioni potenzialmente interessate nella sua proposta iniziale.
Con l’acronimo CSDDD o CS3D ci si riferisce alla Direttiva europea relativa al dovere di diligenza e trasparenza delle imprese comunitarie ai fini della Sostenibilità ESG: la Sostenibilità, secondo il filone tracciato dal legislatore comunitario, deve essere sempre più integrata lungo l’intera catena del valore, comprendendo tutte le attività aziendali.
La Due Diligence è quindi un Processo che può investire una vasta gamma di aree aziendali coinvolte nelle tematiche ambientali, sociali e in generale della sostenibilità, al fine di identificare i rischi, le opportunità e le possibili criticità che possono influenzare le decisioni o gli esiti delle operazioni di un’Organizzazione, consentendo così di rendere consapevoli le parti coinvolte e mitigare i rischi.
Lo sviluppo nel perimetro aziendale della CSDDD si snoda su tre aspetti principali:
1) Obbligatorietà: le Organizzazioni sono tenute a condurre un’analisi accurata dell’impatto ambientale e sociale di tutte le loro attività, inclusi i contributi dei fornitori. Attraverso questa valutazione, devono determinare, identificare e gestire i rischi (compresi quelli potenziali).
2) Reporting: le aziende devono sviluppare una rendicontazione dettagliata sull’impatto delle proprie operazioni e sui rischi associati, compresi quelli legati alla catena di approvvigionamento;
3) Comunicazione della Sostenibilità ESG – La due diligence implica anche la divulgazione di informazioni sulla Sostenibilità, che riguardano il rispetto dell’ambiente, dei diritti umani e le pratiche utilizzate lungo la catena di approvvigionamento.
Alla luce di tali aspetti, appare evidente che all’aumentare della complessità della struttura organizzativa dei fornitori, aumenta il rischio di trovare anomalie e frammentazioni lungo la filiera, nel caso in cui non vengano rispettati gli obblighi stabiliti dalla proposta di Direttiva.
Per queste ragioni il Consiglio ha approvato un testo nel quale le disposizioni della Direttiva si focalizzano solo sulle aziende UE con più di 1.000 dipendenti e con un fatturato globale netto di almeno 450 milioni di euro, in luogo della previsione di applicarla a quelle con più di 500 dipendenti e un fatturato globale netto di più di 150 milioni di euro.
Il Compromesso va incontro ai dubbi e alle resistenze che soprattutto in quest’ultimo periodo avevano visto i più importanti paesi dell’Unione coesi nella critica alla CSDDD, per il quale si stima una riduzione superiore al 50% nel numero delle Organizzazioni coinvolte rispetto alla precedente dettato.
Il percorso della CSDDD non è comunque terminato: la Direttiva con le nuove regole deve essere approvata anche dal Parlamento Europeo a stretto giro e in ogni caso prima delle prossime elezioni europee previste per il mese di giugno.
In conclusione, non vogliamo entrare nel merito della questione perché ogni passo verso la Sostenibilità è sempre lodevole ed è positivo per l’obiettivo da raggiungere; l’unica riflessione che ci sentiamo di fare è legata al fatto che, nel diffondere una Cultura per la Sostenibilità aziendale, oltre al rispetto (scontato) di un dettato normativo di qualsivoglia natura che obblighi le organizzazioni a produrre questo o quel documento, l’aspetto più importante per tutte le imprese consiste nella voglia di mettersi realmente in gioco su tali questioni.
Il vero focus sta, infatti, nella Volontà delle Organizzazioni di rendersi più sostenibili, trasparenti ed etiche, se questo cambiamento di paradigma non avviene, qualsiasi obbligo resterà semplicemente un impegno da rispettare, peraltro malvolentieri come tutte le imposizioni, e molto probabilmente con dati e informazioni inerenti alla Sostenibilità ESG raccattate alla meno peggio.